Ormai non c'è più modo di fermarlo. Quentin Dupieux pubblica due nuovi film all'anno e il successo di Yannick (il più grande successo al botteghino della sua carriera) non gli ha fatto venire voglia di prendersi una pausa. Il 7 febbraio 2024, il regista specializzato in storie assurde ha presentato Daaaaaalí! la sua ultima stravaganza, che potrà essere (ri)scoperta in DVD e VOD il 18 giugno 2024. Nel frattempo, il regista sarà impegnato con il suo prossimo film, Le Deuxième Acte, che aprirà il Festival di Cannes nel 2024.
L'idea si può riassumere in una sola frase: un giornalista francese incontra Salvador Dalì in diverse occasioni per un progetto di documentario. E poiché Dupieux non fa mai le cose a metà, ha deciso di ingaggiare sei attori diversi (da cui le sei "a" del titolo) per interpretare l'artista, tra cui Gilles Lellouche, Jonathan Cohen, Edouard Baer e Pio Marmaï. A questi attori si aggiungono Anaïs Demoustier nel ruolo della giornalista, Agnès Hurstel e Romain Duris.
La nostra opinione
Nei suoi ultimi lungometraggi, Quentin Dupieux si è cimentato con un umorismo più mainstream, sia con Incroyable mais Vrai che con Yannick. Con Daaaaaalí! il regista torna al suo primo amore, la narrazione sconclusionata che stravolge la linearità della sceneggiatura mantenendo un senso dell'umorismo assurdo e una forte attrazione per i grandi cast. In effetti, il film ha una forte somiglianza con Réalité, considerato da molti il capolavoro di Dupieux.
Nonostante la durata di circa 1 ora e 15 minuti, il film è, come spesso accade con Dupieux, estremamente ricco. I sei Dalí che vediamo sullo schermo sono ritratti con un costante overacting da parte degli interpreti, che rende il tutto esilarante. Che si tratti dell'accento, del fraseggio o dell'ego, i sei attori si divertono a scimmiottare il pittore e ognuno offre una performance unica. Daaaaaalí! è senza dubbio il primo film di Dupieux a basare tutto il suo umorismo sulla recitazione del cast e, nonostante le somiglianze con Réalité, il film segna una reinvenzione radicale dello stile di Dupieux.
Ma il film è molto più di una semplice commedia, è soprattutto una potente dichiarazione sulla creazione e sulla sua ricezione. È uno dei film più singolari della carriera di Dupieux, e se avete familiarità con questi film, sapete che significa che si è spinto ancora più in là nell'assurdo.
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