Dodici anni dopo Midnight in Paris, Woody Allen torna nella capitale francese per Coup de Chance, il suo nuovo film e il primo girato interamente in francese. Interpretato da Lou de Laâge, Niels Schneider, Melvil Poupaud e Valérie Lemercier, il film uscirà nelle sale il 27 settembre.
Come Woody Allen ha più volte annunciato, questo 51° film sarà il suo ultimo. A 87 anni, il regista di Manhattan, Annie Hall e Match Point vuole andare in pensione e, vista la qualità di questo ultimo film, non possiamo che essere rassicurati. Sì, l'addio di Woody Allen al cinema è stato un completo fallimento. Coup de Chance è un fallimento in cui tutti i tic registici di Allen sono spinti all'estremo, portando il film un po' troppo vicino alla parodia.
Il film racconta la storia di Fanny e Alain (Lou de Laâge e Niels Schneider), due amici d'infanzia che si incontrano per caso per le strade di Parigi. La loro relazione ha presto inizio, ma Fanny è sposata con Jean (Melvil Poupaud), che ovviamente sospetta qualcosa e vuole andare a fondo della situazione. Non è un granché come sinossi, vista la fantasia e il virtuosismo delle sceneggiature di Woody Allen. Ma ci sono molti buoni film con storie stereotipate, e non è il caso di questo, dove anche l'esecuzione fatica.
È chiaro che concentrando la storia su un ambiente ultraborghese, il regista voleva denunciarne la superficialità, ma questo finisce per contaminare il film e non è più chiaro dove stia la satira. Inoltre, Allen può essersi circondato di alcuni degli attori più talentuosi del paese, ma tutti recitano in modo falso. Forse il linguaggio di Woody Allen non si adatta molto bene al francese, o forse il regista non padroneggia abbastanza bene la lingua per dirigere i suoi attori, ma resta il fatto che l'overacting è costante e finisce per infastidire. Di fatto, consigliamo Coup de Chance solo ai fan del regista, che sono comunque curiosi di scoprire la fine di una carriera fatta per lo più di ottimi film.
Il tutto è un po' troppo ridicolo e monotono per essere convincente, e la povertà della scrittura ci fa mancare la consueta filosofia dei film di Woody Allen. Ma la cosa più sorprendente è vedere che il regista, dopo una carriera di 60 anni e quasi altrettanti film, commette in questo film errori di regia che anche un principiante cercherebbe di evitare (false giunture, cattivo posizionamento della macchina da presa, incongruenze nella sceneggiatura, ecc.)
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