Cinque anni dopo il notevole e acclamato La Fille au Bracelet, Stéphane Demoustier è lieta di tornare dietro la macchina da presa con Borgo, il suo nuovo lungometraggio, nelle sale il 17 aprile 2024.
Ispirato a una storia vera, quella dell'esecuzione di Antoine Quilichini e Jean-Luc Codaccioni, due esponenti della criminalità organizzata corsa, all'aeroporto di Bastia nel 2017, e al coinvolgimento di una guardia carceraria nel tragico svolgersi degli eventi, Borgo ripercorre l'indagine penale, ma anche - e soprattutto - il contesto e le circostanze insolite che hanno portato la giovane donna a farsi coinvolgere in una spirale che l'ha rapidamente travolta.
Hafsia Herzi presta il suo forte carattere a Mélissa, un' esperta casalinga di 32 anni che si è recentemente trasferita in Corsica con i due figli piccoli e il marito. Di fronte al razzismo di alcuni abitanti del luogo, i due cercano comunque di integrarsi e di iniziare una nuova vita sotto il sole dell'Isola della Bellezza. In realtà non vediamo molto della Corsica, poiché il film è ambientato in gran parte tra le quattro mura di Borgo, la prigione a sud di Bastia.
Mélissa viene assegnata a un'unità molto speciale, un reparto aperto per i detenuti corsi, una sorta di "Club Med" secondo gli interessati, dove possono trascorrere la giornata fuori dalla cella, giocando a carte e fumando sigarette. Di fronte alla misoginia di alcuni detenuti, l'integrazione di Mélissa è facilitata da Saveriu(Louis Memmi), un giovane corso influente che ha conosciuto sulla terraferma nel carcere di Fleury-Mérogis, prima del loro trasferimento sull'altra sponda del Mediterraneo.
Muovendosi abilmente tra diverse linee temporali, Borgo riprende i codici del thriller attraverso il mezzo dell'intimità, cercando di individuare le motivazioni di questa giovane donna che non era affatto predisposta a diventare l'attore di un' imboscata così mortale. È semplicemente il danno collaterale di una situazione perniciosa? Nonostante le apparenze, Stéphane Demoustier ha prodotto un nuovo film affascinante e pieno di umanità, cristallizzato in una scena tanto allegra quanto commovente, l'interpretazione collettiva - in testo corso - della canzone Mélissa di Julien Clerc.