Oppenheimer è senza dubbio il film più atteso della stagione estiva, insieme a Barbie, in uscita nelle sale lo stesso giorno, il 19 luglio. Questo thriller storico, scritto e diretto da Christopher Nolan, segue la vita di J. Robert Oppenheimer, il fisico che guidò il Progetto Manhattan, che produsse la prima bomba atomica. Cillian Murphy interpreta Oppenheimer, mentreEmily Blunt interpreta sua moglie Katherine. Il film è basato sul romanzo American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e Martin J. Sherwin.
Il nostro verdetto
Fin dall'introduzione, una citazione chiarisce il punto di vista di Christopher Nolan: Oppenheimer è un moderno Prometeo; offrendo all'umanità la bomba atomica, si incatena a una vita di sofferenza. La vita e l'opera di J. Robert Oppenheimer hanno affascinato il regista, che vi fa riferimento in molti dei suoi film.
Per raccontare la storia di questa ricca vita, Nolan prende spunto da un processo in cui il fisico deve rispondere a gravi accuse: quella di tradimento. Per dimostrare che non lavorava per le forze sovietiche, Oppenheimer racconta la sua vita. Per la prima volta nel cinema di Nolan, la politica ha un posto fondamentale, il tema è pesante e i personaggi complessi. Tuttavia, questo non permette a Oppenheimer di avere lo stesso successo dei suoi film precedenti.
Quello che Christopher Nolan ama fare è stravolgere la sua storia, mescolare i tempi e confondere le linee. Lo ha fatto in Memento, Inception, Interstellar, Dunkirk e Tenet. Si intuisce che avrebbe voluto farlo anche per Oppenheimer, ma si è scontrato con un grosso ostacolo, quello di ispirarsi a una storia vera. Infatti, per stravolgere la sua storia, continua ad andare avanti e indietro nel tempo. L'unico risultato è che ci si perde; non si sa mai bene in quale anno la storia si sofferma, e questo appesantisce il processo, che perde la sua forza. Alla fine, Oppenheimer è un semplice biopic come le decine che vediamo ogni anno, ma la forma è terribilmente contorta e pretenziosa.
Nolan usa un'abbondanza di effetti stilistici e di goffaggini per dare la sua impronta autoriale alla storia, ma non funziona. Ad esempio, l'alternanza tra bianco e nero e colore, che dovrebbe differenziare i fatti oggettivi dalla verità soggettiva di Oppenheimer, non dà mai questa impressione. Nulla nella messa in scena sottolinea questa differenza, che alla fine non ha alcun impatto sulla storia. Lo spettatore si trova di fronte a un film interminabile di tre ore, lungo e ponderoso. Mentre la qualità tecnica è irreprensibile, il tutto è terribilmente privo di emozioni. Tenet era già un film freddo, ma Oppenheimer lo è ancora di più. E la parata di star del cast non aiuta, visto che i grandi nomi di Hollywood sono ridotti a camei che farebbero invidia a Wes Anderson. Oltre al cast principale (Robert Downey Jr., Florence Pugh, Matt Damon, Bennie Safdie, ecc.), Alden Ehrenreich, Rami Malek, Casey Affleck, Kenneth Branagh, Jack Quaid (Hughie in The Boys), Dane DeHaan e Gary Oldman appaiono per una o due scene.
Tuttavia, il film piacerà senza dubbio ai fan di Nolan, che ritroveranno la maestria e il senso dello spettacolare che gli sono tanto cari.
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