Se Isabelle Huppert si è distinta nel corso della sua carriera in film seri - alcuni dei quali duri - non bisogna dimenticare che l'attrice ha anche una grande capacità comica, come nel caso del suo personaggio in La Prisonnière de Bordeaux di Patricia Mazuy, presentato alla Quinzaine des Cinéastes. Mentre il precedente film della regista francese, Bowling Saturne, attingeva ai codici del film noir, questo nuovo film è molto più saggio.
Isabelle Huppert interpreta Alma, una ricca borghese con un tocco di follia che vive da sola nella sua grande casa di Bordeaux. Mentre va a trovare il marito nella sala visite del carcere in cui è detenuto per omissione di soccorso dopo un incidente stradale, incontra Mina, una giovane madre interpretata da Hafsia Herzi (che passa decisamente molto tempo all'ombra), che a sua volta va a trovare il marito, detenuto nello stesso carcere per una rapina di gioielli. Le due donne hanno organizzato le loro vite intorno all'assenza dei loro coniugi, intervallando le visite in carcere dove le famiglie distrutte si incontrano, dentro e fuori.
Non c'era traccia di un'amicizia nascente (l'una è un'ex ballerina deliziosamente eccentrica, ma in fondo molto sola; l'altra ha passato la vita con i bambini e deve accontentarsi di un lavoro di ristorazione per sopravvivere nella periferia di Bordeaux), ma eccole qui, che si imbarcano in un' amicizia tanto bizzarra quanto tumultuosa. Patricia Mazuy ha infatti il buon senso di mettere sullo stesso piano queste due anime, che alla fine si servono a vicenda: l'anziana cameriera è felice di accogliere un po' di vita e di rumore nella sua grande casa, e la giovane donna ne trae vantaggio, risparmiandosi ore di trasporto in prigione.
Sebbene La Prisonnière de Bordeaux riveli il rapporto di classe sottostante attraverso questa coppia di attrici molto efficaci, non è questa l'essenza del film, che è molto più un film sull'emancipazione femminile e sulla sorellanza, due donne forti che si rivelano attraverso il contatto con l'altra e che si aiutano a liberarsi dal passato e dai loro mariti, in altre parole dal dominio maschile.
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