Morte di Frank Gehry a 96 anni, l'architetto visionario della Fondazione Louis Vuitton

Da Audrey de Sortiraparis · Foto di Audrey de Sortiraparis · Aggiornato il 8 dicembre 2025 alle 13:30 · Pubblicato su 8 dicembre 2025 alle 09:28
Frank Gehry, l'architetto visionario, è scomparso il 5 dicembre 2025 all'età di 96 anni, lasciando dietro di sé un'eredità monumentale. Da Bilbao alla Walt Disney Concert Hall, passando per la Fondazione Louis Vuitton, i suoi edifici-sculture hanno reinventato l'architettura come arte vivente. Con le sue linee audaci e le sue forme inedite, Gehry ha ridefinito il modo di concepire lo spazio e la materia.

Il mondodell'architettura perde oggi una delle sue figure più audaci. Frank Gehry, l'architetto visionario - canadese di origine, americano di cuore - è scomparso il 5 dicembre 2025 a Santa Monica, all'età di 96 anni, a seguito di una breve malattia respiratoria. 

Conosciuto a lungo con il nome di Frank Goldberg, nato a Toronto nel 1929, Gehry ha maturato la sua vocazione in California, dopo gli studi alla University of Southern California. La sua carriera, modesta all'inizio - alloggi sociali, centri commerciali - ha preso una svolta spettacolare quando, nella sua stessa casa, ha osato trasformare un bungalow in una scultura abitabile. Questo gesto audace ha segnato l'inizio di un'opera sovversiva e liberatoria.

Ciò che è entrato nella leggenda sono soprattutto i suoi edifici-monumenti, opere scultoree costruite. Chi potrebbe dimenticare il Guggenheim Museum Bilbao, con le sue linee fluide e aeree, che ha scatenato il famoso "effetto Bilbao", trasformando la città e ispirando generazioni di architetti in tutto il mondo? O la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, tempio di metallo e curve, che brilla come una scultura nella luce californiana. Senza dimenticare la Fondazione Louis Vuitton a Parigi, prova che la sua audacia trascendeva i continenti. 

Ma Gehry non è solo edifici spettacolari. È una rivoluzione formale e tecnica: già negli anni '80-'90 ha abbracciato il potenziale dei software 3D, proiettando l'architettura in una nuova era, in cui forme fino ad allora impensabili potevano essere disegnate... e costruite. 

Al di là delle torri, dei musei e delle sale da concerto, ha ridefinito ciò che può essere un edificio: un oggetto vivente, un'opera d'arte, un sogno di metallo e luce sospeso nel cielo urbano. Oggi lascia dietro di sé non solo le sue opere, ma anche un modo di concepire lo spazio, la materia, l'emozione.

Oggi, anche se Frank Gehry non c'è più, le sue curve continueranno a danzare per secoli.

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