Acquistare sui piattaforme cinesi Shein, Temu o AliExpress potrebbe presto diventare più costoso. I paesi membri dell'Unione Europea hanno infatti approvato venedì 13 dicembre 2025 una tassa forfettaria di 3 euro su tutti piccoli pacchi importati da paesi fuori dall’UE con un valore inferiore a 150 euro. Questa misura entrerà in vigore dal 1 luglio 2026 e rappresenta una svolta nella battaglia contro il dilagare di prodotti asiatici a basso costo che invadono il mercato europeo.
Concretamente, questa tassa di 3 euro non sarà applicata direttamente ai consumatori, ma sarà invece caricata alle piattaforme di e-commerce e ai corrieri. Resta da capire se questi ultimi decideranno di trasferire o meno questo aumento sui prezzi dei prodotti o sui costi di consegna. Per il momento, è impossibile prevedere con precisione l’impatto sui nostri acquisti. Quel che è certo è che questa misura rappresenta una vittoria per il ministro francese dell’Economia Roland Lescure, che ha portato questa battaglia fino a Bruxelles.
L’obiettivo è chiaro: riequilibrare la concorrenza tra il commercio di vicinato e i colossi dell’e-commerce asiatico. Per farsi un’idea, nel 2024 sono arrivati nel mercato europeo circa 4,6 miliardi di pacchi sotto i 150 euro, ovvero più di 145 ogni secondo. Di questi, il 91% proveniva dalla Cina, secondo i dati della Commissione europea. "Questi pacchi rappresentano oggi una concorrenza sleale rispetto al commercio di centro città, che invece paga le tasse, ed è quindi fondamentale intervenire e farlo in fretta", ha sottolineato Roland Lescure.
Oltre alla questione economica, si pone un vero e proprio problema di sicurezza. Il flusso massiccio di piccoli pacchi che arrivano negli aeroporti e nei porti europei rende i controlli doganali praticamente impossibili. In queste condizioni, è difficile intercettare prodotti pericolosi, falsificati o non conformi alle norme europee prima che arrivino direttamente nelle vostre mani. In Francia, solo lo 0,125% dei pacchi è stato sottoposto a verifica lo scorso anno, un dato che evidenzia chiaramente l’estensione del problema.
A partire dal prossimo mese, sarà applicata una tassa di 3 euro su tutti i pacchi provenienti da paesi extra-Unione Europea con un valore inferiore a 150 euro. Tuttavia, il calcolo non è così immediato. Secondo le indicazioni del Consiglio dell'UE, se il pacco contiene più di una unità dello stesso articolo, come due magliette identiche, la tassa si applicherà una sola volta. Al contrario, se il pacco include prodotti diversi — ad esempio un paio di jeans, una t-shirt e delle calze — sarà necessario pagare 3 euro per ogni categoria di prodotto, portando il totale a 9 euro.
Questa norma rischia di far salire rapidamente il conto. Un carrello tipico su Shein con cinque articoli a basso costo potrebbe così vedere applicata una tassa europea di 15 euro, senza considerare l’IVA. Il vantaggio di prezzi bassi delle piattaforme cinesi rischia di svanire come neve al sole con questo tipo di acquisti. Sebbene la norma abbia come principale target le piattaforme asiatiche come Shein, Temu o AliExpress, interesserà anche le spedizioni provenienti da altriPaesi terzi, dagli Stati Uniti o da altre parti del mondo.
Questa tassazione dei piccoli pacchi rappresenta solo il primo passo di un'azione europea più ampia. Si tratta di una misura transitoria che sarà in vigore dal 1° luglio 2026 fino a quando entrerà in applicazione la riforma dell'Unione doganale, prevista per il 2028. A questa si aggiunge la fine dell'esenzione dai dazi che finora riguardava queste piccole spedizioni, una decisione già approvata dai ministri delle Finanze europei e che entrerà in vigore già a partire dal 2026.
A partire da novembre 2026, potrebbe essere introdotto un onere di gestione di due euro per pacco anche su queste spedizioni, secondo le proposte di Bruxelles. Questa cifra servirà a finanziare il potenziamento dei controlli doganali e a riequilibrare le regole del gioco tra i prodotti europei e la concorrenza cinese. Diversi Paesi membri, tra cui Francia e Italia, hanno già annunciato l’adozione di tali costi di gestione a livello nazionale.
La Francia aveva promosso l’adozione di un sistema fin dal primo trimestre del 2026, ma la complessità dell’attuazione di un meccanismo transitorio ha spostato la deadline a luglio. L’obiettivo a lungo termine è creare una piattaforma digitale per i dati doganali, che semplificherà notevolmente il riscossione dei dazi e renderà i controlli più efficienti. Nel frattempo, questa tassa fissa di 3 euro, molto più deterrente di un’aliquota proporzionale, dovrebbe rallentare l’ingresso di merci cinesi a basso costo.
In poche parole, se siete fan degli acquisti convenienti su Shein, Temu o ancora AliExpress, è il momento di approfittarne ancora qualche mese. Da luglio 2026, però, i costi potrebbero salire significativamente. Per seguire gli aggiornamenti su questa misura e scoprire tutti i dettagli riguardo a questa tassazione, consultate il sito della Commissione europea o quello del Ministero dell’Economia francese.















