Aglio e Olio, una piccola perla italiana nel quartiere

La cucina italiana ha molte sfaccettature. La pizza romana o napoletana per un pranzo veloce, la pasta fresca per i più esteti, le melanzane alla parmigiana per i vegetariani, il cibo di strada o la cucina gourmet, si rivolge a tutti i gusti e a tutti i piaceri.

A Parigi, tuttavia, i menu dei ristoranti italiani tendono talvolta a essere intercambiabili. Quindi, per trovare un vero gioiello, bisogna uscire dai sentieri battuti e varcare la soglia dei piccoli indirizzi di quartiere. Quando lo si fa, ci si trova di fronte a una piacevole sorpresa.

È il caso di Aglio e Olio, una mensa in stile romano a Saint-Maur/Saint-Ambroise aperta nel 2019 da Thomas Chapelle accanto al suo primo ristorante, Massale. Formatosi al Pirouette e allo Zébulon, è lì che ha conosciuto Andrea Maggi, che diventerà il suo chef all'Aglio e Olio.

Originario di Velletri, a pochi chilometri da Roma, lo chef si è fatto le ossa anche a Zébulon sotto l'egida di Yannick Lahopgnou, prima di perfezionarsi nella cucina francese a Le Taillevent. All'Aglio e Olio, lo chef torna alle sue radici romane, proponendo un breve menu di cucina tradizionale ereditato dai suoi ricordi d'infanzia e dalla sua mamma.

Aglio e Olio mette questa cucina locale romana alla portata di tutti, con menu accessibili: antipasto/primo piatto o secondo piatto/dessert a 18 euro, antipasto/primo piatto/dessert a 21 euro a pranzo - non potrebbe essere più conveniente. Inoltre, la qualità è innegabilmente di alto livello e il ristorante vanta un' ampia terrazza ombreggiata nella bella stagione, ideale per rilassarsi con un bicchiere di Spritz (10 euro) o di vino italiano in mano.

Trippa alla romana (favolosa; € 10) cucinata con passione, seguendo alla lettera i consigli della mamma di cui sopra ; carciofi alla romana (€ 13) diabolicamente croccanti con il loro sifone di aioli e fino all'ultima goccia di salsa; cappellacci cacio e peppe con fa ve (€ 19) addolciti con pezzetti di pera; calamarata con cozze (€ 17), limone e pomodori... Cucina povera in tutto il suo splendore, apparente semplicità e vero sapore.

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Per concludere questo pranzo, che vale quanto un pecorino, resistiamo al richiamo del tiramisù servito al mestolo e ci rivolgiamo invece a due dessert più leggeri, perfetti per affrontare il pomeriggio estivo senza sentirsi troppo appesantiti: una panna cotta al rabarbaro (9 euro) realizzata senza gelatina, con una consistenza fondente simile alla crème brûlée, e una mousse al latte (9 euro) con sbrisolona spezzata, un biscotto di pasta frolla lombarda, fragole fresche e un vertiginoso gelato al prezzemolo.

E se per distinguersi dagli altri ristoranti transalpini di Parigi si dovesse fare un ritorno alla semplicità e all'autenticità? Un ristorante che sicuramente merita la sua (ottima) reputazione presso i locali.

Questo test è stato condotto come invito professionale. Se la vostra esperienza differisce dalla nostra, ditelo nei commenti.